Nei bambini l’infezione da SARS-Cov-2 presenta un decorso tendenzialmente più benigno, anche se non è del tutto esclusa la possibilità di complicanze sistemiche. Tra queste, è stata riscontrata una sindrome infiammatoria acuta multisistemica associata a positività per il SARS-CoV-2 o a presenza di autoanticorpi anti SARS-CoV-2. La pandemia ha fatto emergere numerose carenze del sistema sanitario, ha avuto ripercussioni sulla salute mentale di bambini e adolescenti, ha inciso sugli accessi in pronto soccorso e ha evidenziato una preoccupante relazione tra l’aumento di peso e la severità della malattia da COVID-19.
La pandemia da nuovo Coronavirus (SARS-Cov-2), isolato a Wuhan (Provincia cinese dell’Hubei) alla fine del 2019, ha sorpreso il mondo e ha determinato gravose conseguenze anche in Italia. Si tratta di un patogeno respiratorio in grado di causare un’ampia varietà di infezioni, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la SARS (Sindrome Respiratoria Acuta Grave, Severe Acute Respiratory Syndrome) e la malattia COVID-19, com’è stata battezzata l’11 febbraio 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.1-3
In passato il Coronavirus era per lo più di interesse zootecnico, e i sette ceppi che infettano l’uomo potrebbero essere stati acquisiti da altre specie animali: l’avvento del SARS-Cov-2 ha, quindi, caratterizzato uno scenario del tutto nuovo.2,3 Il SARS-Cov-2 è altamente contagioso e si trasmette da un individuo infetto, o da un portatore asintomatico, attraverso goccioline respiratorie, secrezione lacrimale e contatti stretti.1 Va osservato che, a differenza di altri virus, la contagiosità non soltanto ha inizio alcuni giorni (circa 5-6) prima dei sintomi, ma persiste per un periodo molto più lungo (sono stati perfino segnalati intervalli ancora più lunghi, fino a 37 giorni).4